Associazione culturale fondata nell’anno 2001

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Anna Poerio

Rosaroll e Poerio, l’impeto vesuviano a Curtatone, scritto da Anna Poerio Riverso

Enrico Poerio, figlio di Leopoldo e Giovanna Merida, nacque a Napoli tra il 1813 il 1816. Seguì il padre in esilio a Firenze. Studiò l’inglese e il francese. Poeta e combattente, fu anche un ottimo giornalista e scrittore. Collaborò al giornale «Il Pantheon dei martiri della libertà italiana». Scrisse biografie e articoli di estetica teatrale che furono pubblicati su vari giornali. Nel 1834 scrisse il sonetto Napoleone I, Sostegno a Libertà. Nel 1838, dopo la morte del padre, si trasferì con la madre a Napoli. Durante la sua vita compose un gran numero di sonetti: Ettore Fieramosca; Bellini; Annibale; Orazio, Uccisor della Sorella; La Repubblica Fiorentina; Ugo Foscolo; Giuseppe Giusti; Vincenzo Gioberti; Silvio Pellico; Romolo; Mosè; Cristo; La Monaca di Monza; Muzio Scevola; Vittorio Alfieri. Gran parte dei suoi sonetti furono pubblicati nella raccolta Sonetti Italici, Malta, Luigi Borg tipografo,1858. Scrisse anche componimenti drammatici, il primo dei quali Antigone, che fu seguito da Cuor di una Madre. Nel 1847 scrisse una tragedia in cinque atti Lucrezia Mazzanti, intorno all’assedio di Firenze del 1529. Nel 1848 pubblicò a Napoli Il Catechismo Popolare. Il 29 maggio 1848 partì come luogotenente in un battaglione di volontari napoletani per combattere a Curtatone. In battaglia fu leggermente ferito e si rifugiò a Firenze. Nello stesso anno scrisse una commedia in tre atti in prosa Celibato e Matrimonio. Nel 1849, costretto all’esilio, si rifugiò ad Asti, dove compose due sonetti biografici Petrarca e Torquato Tasso. Nel 1851 compose il sonetto A Carlo Poerio. Dopo essere stato per qualche anno a Torino, nel 1855 si rifugiò a Malta. Nel 1856 a Costantinopoli portò a termine la commedia Dopo Morte.

Nota: In una lettera scritta da Francesco Gentili, patriota bergamasco finito esule in Piemonte dopo il 1848, indirizzata a Gabriele Camozzi, si legge che nel febbraio 1857 Enrico Poerio si trovava a Genova in un profondo stato di malessere psicofisico: “Mio carissimo Gabriele,  Conoscendo la tua filantropica anima mi fo’ lecito pregarti di ben accettare un mio amico napoletano Sig.r Enrico Poerio che trovasi ammalato in Genova, ogni gentilezza ogni cura che tu ed amici presterete a questo Signore io la riterrò come a me fatta.

Potrai farlo conoscere ai suoi compaesani Boldoni e Cosenz, che io credo gli fari cosa graditissima. Egli è giovane di ottimi talenti e la sua malattia è più morale che fisica, lo si crede colpito da misantropia sicché abbisogna di compagnia e distrazione. Certo che di buon grado ti presterai a quanto sopra io te ne anticipo i più vivi ringraziamenti.[…] Tortona, 7 febbraio 1857″ (per gentile concessione di Piercarlo Gentili).

Tornò a Malta nel 1858, dove pubblicò Saggio di Teatro Italiano, Malta, Luigi Brog editore. L’11 dicembre 1858 si imbarcò su un vapore diretto a Marsiglia. Non si sa dove abbia trascorso gli ultimi anni della sua vita, né dove e quando sia morto, tuttavia continuò a scrivere e pubblicò: Canti Italici (1863), Italia; Il ritorno dall’esilio in patria, Novella Romantica (1864), Firenze; Dante nell’età nostra, (1865)Firenze, Mariani.

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